Lacca per la pittura

Il termine “lacca” proviene dall’indostano lakh ed era attribuito ad una resina naturale ricavata da alberi dell’Estremo Oriente; attualmente per “lacche” si definiscono sostanze che sciolte in solventi e leganti, induriscono lasciando uno strato sottile impermeabile e brillante che protegge e abbellisce le parti trattate.

Lacche alla nitro: hanno un essiccamento rapido per evaporazione del solvente, si usano a spruzzo o a pennello sul legno e sui metalli; contengono 75% di solventi di toluolo e xilolo, plastificanti e sali di cromi, cadmio e cobalto.

Lacche alchiliche e a resine sintetiche: danno una buona elasticità e durezza delle superfici, sono permeabili al vapore acqueo, vengono utilizzate universalmente; contengono metalli pesanti e pigmenti velenosi e cancerogeni.

Lacche al clorocaucciù: resistono all’acqua salata e agli acidi, infatti le usano per gli scafi delle imbarcazioni; contengono cloro, solventi velenosi e cancerogeni.

Lacche reattive e polluretaniche: formano una pellicola somigliante alla plastica e proteggono le superfici molto logore; contengono pigmenti di metalli pesanti, emanano vapori di solventi velenosi.

Lacche al poliestere: rendono le superfici dure, infatti le usa l’industria dei mobili; contengono solventi e pigmenti metallici pericolosi.

Lacche di resine sintetiche in dispersione acquosa: sono idrosolubili e con l’acqua si puliscono i pennelli, si usano per pareti, facciate, legni d’interni; contengono veleni antimuffe e solventi organici.

Pigmenti naturali in dispersione acquosa: si possono sciogliere in acqua, sono permeabili al vapore acqueo e si usano per interni, esterni e facciate; in genere non contengono sostanze nocive.

Lacche di resine naturali: si seccano lentamente per ossidazione naturale, sono permeabili al vapore acqueo; si utilizzano sul legno e sul metallo, contengono olio di lino e solventi naturali come il terpene citrico e la trementina balsamica.