Il tetto nella bioedilizia

Un tetto viene definito una “unità tecnologica” avente la funzione di contribuire a creare una sistemazione in un ambiente. In pratica è un insieme di mansioni, tra loro in relazione, che concorrono a formare delle prestazioni ambientali. Nel vocabolario della lingua italiana del Devoto Oli risulta che il “tetto è un insieme di strutture e elementi con cui si realizza la copertura di un edificio”.

Il tetto è una delle parti più importanti di un’abitazione e per questo, quando si costruisce, va realizzato con cura sia se si intende costruire secondo i criteri di oggi o secondo quelli dell’architettura bioecologica.

Il tetto riveste un ruolo fondamentale  in una casa perché la protegge dagli agenti atmosferici e artificiali. La bioedilizia cerca di garantire oltre a questi elementi anche una giusta solubilità, una permeabilità e traspirabilità che le odierne tecnologie e materiali sintetici assicurano.

Quando si deve costruire un tetto è meglio utilizzare prodotti naturali molto traspirabili e isolanti termici e acustici. In genere prevale l’uso del legno, i travetti in calcestruzzo possono essere inseriti nelle parti lontane dalle fonti di produzione del legno per assicurare un energetico ed economico risparmio.

Naturalmente è fondamentale la quantità del laterizio che è un buon termoregolatore, un tetto tutto in cemento armato è sconsigliato perché on è del tutto traspirabile e causa deviazioni del campo magnetico naturale.

I materiali isolanti come polistirolo e schiume espanse sono sconsigliati e la copertura finale va fatta con tegole o coppi d’argilla, realizzati con materie prime, o con lastre di pietre, questi prodotti permettono una traspirabilità migliore.

Al posto del bitume si può adoperare la guaina di pura cellulosa inumidita con resina o sostanze naturali che volano e fanno respirare il tetto, inoltre è bene che nella copertura vengano fatti degli strati che procurano aerazione e un clima favorevole.

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