I pavimenti nella bioedilizia

Nella bioedilizia, il pavimento si può rifinire con piastrelle di legno, linoleum, moquette, ecc.

La moquette è un materiale molto usato recentemente ma non è ben accettato poiché è ottenuta da materiali sintetici e accumula molta polvere; viene usata di più la moquette di lana o cotone.

Il pavimento in legno è il tipo di pavimento consigliato dalla bioecologia nei locali da letto e nei solai a secco mentre nelle stanze soggette ad umidità, piastrelle e mattonelle in cotto. I parquet listellari attaccati con collanti non sono consigliati invece è meglio installare delle doghe di legno di varie essenze.
La superficie si può trattare con prodotti naturali che danno risultati positivi nell’estetica, nella funzionalità e nella traspirabilità.

Il pavimento in piastrelle è costituito da mattonelle. Le mattonelle in commercio sono formate da un piano si supporto e una smaltatura, quest’ultima è composta da sostanze diverse come: l’arsenico, il piombo, il boro, il cadmio, l’alluminio, il calcio, il cromo, il potassio, il cobalto, il rame, il litio, il magnesio, il manganese, il sodio, il nichel, il fosforo, lo zolfo, il selenio, lo stronzio, il titanio, l’uranio, lo zinco o lo stagno ma anche altri ancora.
Quindi a seconda del tipo di piastrella per anni si possono sprigionare nell’aria le esalazioni di questi elementi, alcune mattonelle presentano materiali radioattivi.
Lo smalto esterno le rende resistenti all’aria e all’umidità ma non le fa traspirare, per questo è meglio non usarne troppe, limitarsi solo alle parti essenziali come vicino alle docce, alle vasche e ai lavelli, infatti consigliano di attaccarne non più di un quinto di una superficie di una stanza.
Le zone di calpestio si possono ricoprire con mattonelle di cotto ottenuto da argille di cava e non trattati con prodotti sintetici, le piastrelle devono essere naturali, poi con sostanze e cere adatte al naturale si possono rendere belle da vedere.

Il pavimento con linoleum può essere di tanti tipi, vi sono prodotti ricavati da resine viniliche da non confondere con il vero linoleum ottenuto da olio di lino naturale, sughero in polvere, farina di legno, resina colofonia, iuta naturale, sono tutti materiali ben stagionati che sono flessibili e resistenti senza contenere il poliuretanico.
Inoltre la continua ossidazione dell’olio di lino ha un potere che ostacola lo sviluppo del batterio Staphilococcus Aureus che spesso si forma negli interni. Infine si deve scegliere con cura i collanti con cui attaccare queste coperture.