La BioArchitettura & Architettura Biologica in Italia

La parola tedesca Baubiologie è stato tradotto in Italia con il significato di “bioarchitettura” e “architettura bioecologica”.

Nel nostro Paese, recentemente, si è incrementata positivamente l’ architettura bioecologica, anche se già dal 1989 venne pubblicato un Manifesto per un’architettura bioecologica, che è stato una valida guida per realizzare una migliore edilizia.
Questo Manifesto fu realizzato da alcuni professionisti che vi riportarono alcune tecniche e materiali utili per la costruzione.
Gli architetti Siegfried Campana, Gianfranco Carignano, Enrico Micelli ed Ermes Santi, parlano non solo di materiali, ma anche dell’equilibrio tra l’ambiente e l’edilizia e constatano l’importanza di realizzare dei modelli tali che impediscono la distruzione della natura.

L’edilizia dovrà limitarsi, non potrà sempre togliere zone verdi e sfruttare le risorse. Cosi come viene applicata, l’edilizia è un sistema che danneggia la natura e il suo continuo evolversi e sottrae molte aree verdi importanti per la vita della Terra. Quindi bisogna agire con consapevolezza cercando di tutelare al meglio l’ambiente terrestre.

L’architettura deve mirare nella sua funzione ad inserire l’edilizia in modo equilibrato nel territorio integrando e smaltendo poi adeguatamente i materiali di scarto.

Da questa situazione è sorta una nuova disciplina “l’Architettura bioecologica” che ha il compito di interagire nella natura mantenendo sano e vivibile l’ecosistema.

Ogni costruzione deve avere una funzione simile a un organismo vivente ed integrarsi positivamente con il territorio.
Questa nuova disciplina ha il compito di dare strutture e manufatti che siano di benessere e di rispetto sia per le popolazioni che per l’ambiente. In questo modo nel futuro si potrà dire di aver agito con criterio e reso una vita migliore per tutta la Terra.

Altri architetti, espongono invece alcune teorie su come attualmente, di conseguenza a questo stato di vita, si siano incrementate tante malattie come il cancro e fanno notare che i popoli che vivono “secondo natura” sono meno esposti a questi rischi.

L’ autore Gigi Capriolo nella sua opera asserisce che la biologia dell’edilizia deve costruire per il benessere dell’uomo e dell’ambiente, tra di essi deve esserci una relazione biunivoca che consente ad entrambi di vivere in armonia.

Il Capriolo descrive un’edilizia ecologica che sceglie le tecnologie positive, consiglia il recupero dei fabbricati esistenti, il risparmio energetico, l’uso di materiali che si possono riciclare, l’utilizzo di energie pulite e rinnovabili.
Nella sua opera indica due sistemi di architettura:

  • quella bio-climatica: si interessa dello stato climatico del posto, dell’orientamento, del soleggiamento e le materie da utilizzare;
  • quella solare: è simile alla prima perché grazie al clima si possono sistemare dei pannelli solari da cui ricavare energia elettrica e termica.

L’autore ritiene, che come la pelle per l’uomo riveste molta importanza, così anche l’abito che egli indossa, seconda pelle,  deve permettere la respirazione.

Quindi la casa che sarebbe una terza pelle, ecco perchè deve essere sana in modo tale che l’uomo può ricaricarsi energeticamente e attingere tutte le energie variabili indispensabili alla sua vita.

L’uomo come essere, deve comprendere l’importanza del suo ruolo sulla Terra. Per lui è una prova di vita e ne è parte integrante. La casa quindi è un “essere vivente” e tale deve essere la sua funzione, affinché l’uomo possa viverci in perfetta armonia.

La casa è la costruzione dove noi passiamo una buona parte della nostra vita quindi deve essere arieggiata, emettere i vapori, favorire il passaggio di tutte le energie.

Quando si costruisce o si aggiusta un’abitazione già esistente, si deve considerare che la casa deve essere adatta al nostro organismo. Attualmente per costruire vengono usati i prodotti petrolchimici che spesso sono inadeguati alla vita dell’uomo.

Però in commercio trviamo anche prodotti ecologici come le vernici “atassiche”, che però non sempre rispecchiano queste caratteristiche.

Recentemente la medicina ha attribuito al malessere da costruzione malsana, sick building sindrome, alcune malattie cutanee, ufalea, nausea, irritazioni oculari e delle vie aeree, affaticamento, irritabilità, vertigini, ecc. Le cause principali si attribuiscono ai materiali chimici di cui sono fatti i prodotti usati negli interni che emanano elementi che non fanno respirare bene le stanze e impediscono la ionizzazione dell’aria.

Anche gli impianti se non fatti a norma possono cambiare il clima delle abitazioni. Infatti a proposito di tutto ciò, l’architetto Lanfranco Lincetti definisce la casa come un posto tecnologico e un luogo di rifugio inquinato e inquinante.

Una costruzione bioecologica deve avere una forma idonea, il giusto adattamento con l’ambiente naturale in maniera tale da usare positivamente la posizione solare.
Le forme più adatte sono le forme regolari: più la figura somiglia al quadrato e meno dispersioni di calore si hanno in inverno, mentre in estate si avrà migliore coibentazione.

Anche l’orientamento e le aperture delle stanze sono rilevanti in un’abitazione e nell’architettura bioecologica, le linee e le forme, hanno un potere quasi curativo sulla salute fisica, psichica e spirituale degli esseri viventi.

Gli antichi Romani sono stati dei validi costruttori: essi prima di fabbricare delle abitazioni analizzavano il posto dove avevano deciso di innalzare le loro città o accampamenti.