Inquinamento da cfc, freon, spray
Nelle nostre case è oramai consuetudine giornaliera usare bombolette spray, condizionatori d’aria, liquidi refrigeranti, solventi, abbronzanti, schiumogeni e altri prodotti contenenti Cloro fluoro carburi (CFC), i killer dell’ozono.
I più usati sono i Cfc 11 e i Cfc 12, aventi la funzione di propellente: fanno cioè uscire il prodotto dalla bomboletta.
Essendo più leggeri dell’aria riescono a salire in modo indenne i primi 15 km dell’atmosfera, poi i successivi 50km arrivando allo strato di ozono con il quale reagiscono creando una lacerazione dell’atmosfera.
Di conseguenza i raggi ultravioletti arrivano in maniera più diretta sulla terra, con un maggiore angolo di incidenza, così danneggiano le coltivazioni, portano mutamenti climatici e aumentano il rischio di tumori.
Negli ultimi 30 anni c’è stata una diminuzione del 5% della concentrazione di ozono che ha portato ad un aumento del 2% dei casi di cancro alla pelle.
Altra conseguenza è quello dell’effetto serra, che causa l’innalzamento di anidride carbonica nell’aria; essa trattiene buona parte del calore riflesso dal sole provocando appunto un effetto serra.
In Antartide la temperatura media è aumentata di 2,5°C. Secondo alcuni studiosi questo innalzamento della temperatura ha già innescato uno scioglimento dei ghiacciai e proprio le nostre Alpi sarebbero tra i rilievi più a rischio. Si ritiene che nel 2025 arriveremo ad una perdita della massa glaciale dell’arco alpino pari al 50%.
Secondo gli studi scientifici, entro il 2100 la temperatura del pianeta salirà di altri 2° a cui farà seguito un innalzamento dei mari pari ai 50 cm.
Ciò significherebbe che, in Italia, verrebbero mangiati 4500 km di spiaggia e che le città tra Ancona e Pescara, Taranto e Brindisi, Ostia a Fregene, le spiagge intorno a Napoli o Venezia stessa non esisterebbero più.
Dal 1978 negli USA, Canada, Norvegia e Svezia e in seguito anche in Italia, l’uso degli Cfc è stato vietato o comunque regolato.