Tipologie di legni per i mobili
I legni con cui realizzare i mobili non sempre sono tutti adatti, attualmente tanti sono stati sostituiti con legni artificiali.
In natura esistono moltissimi tipi di legnami usati in falegnameria ed ebanisteria.
Abete: può essere bianco e rosso, è un legno dolce usato dai falegnami per strutture di mobili da laccare, dorare o dipingere; gli ebanisti francesi lo usavano per gli intagli. Attualmente ci si costruiscono telai di mobili.
Pino cembro: si lavora con facilità, è un legno dolce che in passato si usava per mobili laccati veneziani, per quelli abbelliti da sculture. E’ di colore bianco-rossastro, è ricco di nodi ed ha un intenso profumo.
Larice: un legno rossiccio e utilizzato per la costruzione dello scheletro dei mobili e per gli interni; è molto ricco di resina.
Pioppo: in largo consumo nel Nord Europa per la realizzazione di mobili popolari o per la parti interne di mobili pregiati. Come l’abete anche il pioppo è molto utilizzato; attualmente con il pioppo si creano pennellature di finitura di compensati.
Acero: un legno rossastro con venature ondulate, può essere anche bianco-giallastro: nel XVIII e XIX secolo era usato per gli interni; da questo albero si possono avere piallacci resistenti e parti in massello. Si possono ricavare con esso mobili raffinati.
Bosso: proviene dalle zone orientali, è molto duro e si usa per sculture e per tarsie.
Castagno: viene usato in Italia del nord per mobili in massello messo per le impiallacciature, è un legno duro. I tornitori con esso realizzavano gambe dei tavoli ed è un legname particolare del mobilio popolare francese.
Ebano: questo legno considerato molto pregiato e adatto a sculture e agli intagli. Attualmente con esso si costruiscono pianoforti, manici per coltelli e soprammobili.
Faggio: è di natura compatta e quasi dura, ha venature uniformi, il colore è crema chiaro che con il vapore diventa rosa. La sua caratteristica è quella di avere delle macchie piccole e lucide che restano anche dopo la colorazione. Viene usato per gli scheletri e le strutture dei mobili. Anticamente si realizzavano con il faggio mobili rustici e come imitazione di legni di valore.
Frassino: un legno robusto e flessibile, ha il colore chiaro che va dal bianco-grigio al marrone chiaro, si usa per mobili rustici, i pezzi nuovi di frassino non sono facili da colorare per cui nel restauro si usano i pezzi di legno vecchio.
Mogano: è un legno venato e di colore marrone-rossiccio, è molto duro e resistente, resiste alla ruggine e ai tarli, è idoneo per intarsi e finiture di pregio. Di largo consumo in Francia per mobili in stile Luigi XVI, Direttorio e Impero. Attualmente con esso si costruiscono mobili e impiallacciature.
Noce: questo legno di colore bruno venato scuro o nero, è uno dei più pregiati per l’estetica e la duttilità; si usò al posto della quercia per costruire mobili di valore in Italia nel periodo del Rinascimento, in Francia e Inghilterra nel seicento, in seguito lo cambiarono con il mogano.
Olmo: un legno adatto a mobili rustici, il colore marrone chiaro con il tempo si scurisce; ha una venatura fibrosa che si incatena, è idoneo per sedili, le gambe invece con il tempo si deformano e viene attaccato dai tarli. Si lucida con gommalacca e cera.
Palissandro: ha un colore marrone con striature nere, non si lavora con facilità perché si scheggia a causa della sua oleosità. Per realizzare impiallacci tende a rompersi nelle zone dentate e crea piccole rotture.
Rovere: questo legno è di colore giallo con picchiettature scure, si usa per realizzare mobili raffinati già dal 1200, è duro e resistente ma cambia dimensioni con il variare dell’umidità.
Olivo: è di colore verde o giallo con molte venature nere o brune, molto duro, compatto e resiste ai tarli. Se non viene stagionato bene però si rompe; si usa per gli intarsi e per la tornitura, ma anche per le sculture e gli oggetti. E’ un legno denominato sempre in movimento.